REGNO DEI FEACI
La terra dei Feaci nei secoli è stata individuata in almeno venticinque siti diversi, sparsi ai quattro angoli della Terra. Autori come Armin Wolf e Giovanni Balletta hanno identificato il Regno dei Feaci con l'area mediana della Calabria.
Ciò partendo da alcuni presupposti che lo stesso Omero ci regala nel testo del poema.
Dov'è la terra dei feacs
I) la Terra dei Feaci è situata tra due mari. La Calabria in effetti è bagnata da due mari;
II) la Terra dei Feaci non è un'isola: la Calabria corrisponde a questa descrizione;
III) la Terra dei Feaci ha la forma di uno scudo: la Calabria ha la forma di un antico scudo acheo dipylon, con due rientranze poste a ridosso dell'asse mediana, rispettivamente a destra e a sinistra. Esse sono corrispondenti al Golfo di Lamezia e al Golfo di Squillace;
- IV) la reggia dei Feaci è localizzata, secondo Wolf, al centro dell'istmo di Catanzaro, probabilmente nei pressi di Tiriolo: dalla città infatti si possono vedere due golfi nello stesso tempo. Ciò realizza un altro importante presupposto omerico;
- V) dal Golfo di Skylletion (porto orientale), “Itaca si può raggiungere direttamente con rotta verso oriente”;
- VI) la Terra dei Feaci “è fertile, era difficile da raggiungere via terra e veniva considerata come una specie di fine del mondo”.
Ulisse e la terra dei Feaci
Ulisse, dunque, lasciando l'isola di Calipso (probabilmente le Eolie) seguendo venti che soffiano verso est, approda presso la costa tirrenica occidentale calabrese, in prossimità del Golfo di Lamezia.
Attraversato l'istmo di Catanzaro - il più stretto d'Italia - egli raggiunge la costa orientale ionica e con un'agile imbarcazione fornita dai Feaci fa ritorno in patria.
Ulisse, dopo il naufragio, s'incammina verso l'entroterra ma, vinto dalla stanchezza, si adagia al suolo e si addormenta.
L'eroe viene provvidenzialmente soccorso da Nausicaa, l'incantevole figlia del Re Alcinoo. Grazie al suo aiuto l'eroe raggiunge prima la reggia dei Feaci e poi il porto presso un braccio di mare dal quale s'imbarcherà verso Itaca.
Omero non parla mai di un'isola (nesos), ma identifica la terra dei Feaci, dai fitti boschi, con un continente, cioè con la terraferma: scheria.
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